Martedì, 26 Novembre 2024| Il portale di riferimento per gli immigrati in Italia
username   password [?]
 
 

Risoluzione del Parlamento europeo del 17 dicembre 2014

Situazione nel Mediterraneo e necessità di un approccio globale dell'UE alle migrazioni

Il Parlamento europeo ,

–  vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

–  vista la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali,

–  vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

–  visti la Convenzione di Ginevra del 1951 e i relativi protocolli aggiuntivi,

–  vista la sua risoluzione del 9 ottobre 2013 sulle misure adottate dall'UE e dagli Stati membri per affrontare il flusso di rifugiati a seguito del conflitto in Siria (1) ,

–  vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2013 sui flussi migratori nel Mediterraneo, con particolare attenzione ai tragici eventi al largo di Lampedusa (2) ,

–  visto il discorso pronunciato dal Presidente del Parlamento europeo nel corso della visita effettuata a Lampedusa il 2 e 3 ottobre 2014 in occasione dell'anniversario della tragedia del 3 ottobre 2013,

–  viste le relazioni della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni concernenti le visite effettuate dalle sue delegazioni a Lampedusa nel novembre 2011, in Giordania nel febbraio 2013 in relazione ai rifugiati siriani e in Bulgaria nel gennaio 2014 in relazione alla situazione dei rifugiati e dei richiedenti asilo provenienti in particolare dalla Siria,

–  viste le discussioni tenutesi durante la sua seduta plenaria del 9 ottobre 2013 in merito alle politiche migratorie dell'UE nel Mediterraneo, con particolare attenzione ai tragici eventi al largo di Lampedusa,

–  viste le discussioni tenutesi sin dall'inizio dell'attuale legislatura: il 22 luglio 2014 in seno alla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni in merito all'attuazione della comunicazione relativa all'attività della Task Force «Mediterraneo»; il 4 settembre 2014 in merito alle attività di Frontex nel Mediterraneo e alla Task Force «Mediterraneo»; il 24 settembre 2014 in merito alla quinta relazione annuale della Commissione sull'immigrazione e l'asilo (2013)(3) e alla relazione annuale dell'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO) sulla situazione riguardante l'asilo nell'Unione europea (2013),

–  vista la comunicazione della Commissione del 4 dicembre 2013 sull'attività della Task Force «Mediterraneo» (4) ,

–  viste le conclusioni del Consiglio europeo del 20 dicembre 2013,

–  visto il documento di lavoro della Commissione del 22 maggio 2014 sull'attuazione della comunicazione relativa all'attività della Task Force «Mediterraneo» (5) ,

–  viste le conclusioni adottate dal Consiglio europeo nella sua riunione del 26 e 27 giugno 2014, in cui ha definito gli orientamenti strategici della pianificazione legislativa e operativa nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia per gli anni a venire (6) ,

–  visti gli orientamenti politici per la prossima Commissione europea, illustrati dal Presidente Juncker il 15 luglio 2014 durante la seduta plenaria del Parlamento,

–  visto il parere del Comitato economico e sociale europeo dell'11 settembre 2014 sulle politiche europee di immigrazione (7) ,

–  visti gli impegni assunti dal commissario responsabile per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza, Dimitris Avramopoulos, in occasione della sua audizione del 30 settembre 2014 dinanzi alla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni,

–  viste le conclusioni del Consiglio del 10 ottobre 2014 sul tema «Adoperarsi per una migliore gestione dei flussi migratori»,

–  vista la relazione elaborata nell'aprile 2012 dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (APCE) sul tema «Perdita di vite umane nel Mediterraneo»,

–  viste le relazioni annuali del relatore speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani dei migranti, in particolare quella dell'aprile 2013 sulla gestione delle frontiere esterne dell'UE e il relativo impatto sui diritti umani dei migranti e quella dell'aprile 2014 sullo sfruttamento lavorativo dei migranti,

–  vista l'allocuzione di Sua Santità Papa Francesco in occasione della visita al Parlamento del 25 novembre 2014,

–  viste le interrogazioni al Consiglio e alla Commissione sulla situazione nel Mediterraneo e la necessità di un approccio globale dell'UE alle migrazioni (O-000078/2014 – B8-0037/2014 e O-000079/2014 – B8-0038/2014),

–  vista la discussione sulla situazione nel Mediterraneo e la necessità di un approccio globale dell'UE alle migrazioni tenutasi al Parlamento il 25 novembre 2014,

–  vista la proposta di risoluzione della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni,

–  visti l'articolo 128, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che, secondo i dati dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (8) , nei primi nove mesi del 2014 sono morte almeno 3 072 persone nel Mediterraneo, a ulteriore riprova della necessità di compiere ogni sforzo possibile per salvare la vita delle persone in pericolo e di garantire che gli Stati membri rispettino i propri obblighi internazionali in materia di soccorso in mare;

B.  considerando che circa 500 migranti sarebbero stati uccisi dopo che l'imbarcazione che li trasportava dall'Egitto all'Unione europea è stata presumibilmente speronata e affondata di proposito dai trafficanti; che i responsabili del traffico di migranti e della tratta di esseri umani sfruttano la migrazione irregolare e che queste reti mettono in serio pericolo la vita dei migranti e rappresentano un grave problema per l'UE;

C.  considerando che l'operazione «Mare Nostrum» per le azioni di pattugliamento, soccorso e sorveglianza, avviata dall'Italia per rafforzare le attività di soccorso umanitario nel Mediterraneo, ha prestato soccorso a 150 810 migranti in 364 giorni (9) ; che il governo italiano ha annunciato l'intenzione di mettere gradualmente fine all'operazione «Mare Nostrum»;

D.  considerando che l'operazione congiunta «Triton», coordinata da Frontex, è diventata pienamente operativa il 1° novembre 2014, ma non è chiaro quali saranno i contributi apportati dagli Stati membri in futuro;

1.  riconosce l'importanza di sviluppare un approccio globale alle migrazioni;

2.  ribadisce che l'UE deve rafforzare l'equa ripartizione delle responsabilità e la solidarietà nei confronti degli Stati membri che accolgono il maggior numero di rifugiati e richiedenti asilo in termini assoluti o relativi, conformemente all'articolo 80 TFUE; ricorda gli obblighi derivanti dagli articoli 78 e 79 TFUE;

3.  si rammarica per la tragica perdita di vite umane nel Mediterraneo; esorta l'UE e gli Stati membri a compiere ogni sforzo possibile per scongiurare nuove tragedie in mare; è consapevole della necessità di garantire che gli obblighi di ricerca e soccorso siano effettivamente rispettati e di destinare pertanto opportuni finanziamenti a tal fine nel medio e lungo periodo;

4.  reputa necessario riflettere sul rafforzamento della politica e della sicurezza delle frontiere, nonché sulle possibili soluzioni per migliorare il ruolo futuro di Frontex e dell'EASO; invita gli Stati membri a continuare a dare prova di solidarietà e impegno contribuendo in misura sufficiente al bilancio e alle operazioni di tali agenzie;

5.  ricorda che gli Stati membri dovrebbero stabilire severe sanzioni penali contro la tratta di esseri umani e il traffico di migranti, sia verso l'Unione europea che al suo interno, nonché contro le persone o i gruppi che sfruttano i migranti vulnerabili nell'UE, e che dovrebbero altresì realizzare ampie campagne di informazione e sensibilizzazione in merito ai rischi in cui incorrono le persone che si affidano ai trafficanti e le vittime della tratta di esseri umani;

6.  reputa necessario trovare nuovi canali di migrazione legale;

7.  considera la necessità di esplorare nuove iniziative basate su esempi positivi di reinsediamento, quali il programma di reinsediamento volontario previsto all'articolo 17 del regolamento che istituisce il Fondo Asilo, migrazione e integrazione; ricorda che gli Stati membri che intendono attuare programmi di reinsediamento possono beneficiare di un finanziamento dell'UE;

8.  sottolinea la necessità di esaminare la strategia globale di cooperazione con i paesi terzi, in particolare quelli dell'Africa subsahariana, del Nord Africa e del Medio oriente, per quanto concerne l'assistenza umanitaria, finanziaria e politica, anche nell'ambito dell'applicazione della legge, se del caso; chiede altresì chiarimenti circa il ruolo delle politiche in materia di protezione regionale, reinsediamento e rimpatrio, inclusi gli accordi di gestione della migrazione dei paesi di origine e di transito, per far fronte alle cause profonde della migrazione; sottolinea la necessità che i paesi terzi rispettino il diritto internazionale per quanto riguarda il salvataggio di vite umane in mare e garantiscano la protezione dei rifugiati nonché il rispetto dei diritti fondamentali;

9.  dovrebbe considerare la possibilità di provvedere al trattamento rapido delle domande, in collaborazione con i paesi terzi di transito e di origine, e al rimpatrio dei migranti che non soddisfano i requisiti per ottenere asilo e protezione nell'UE, così da garantire un utilizzo ottimale delle risorse a vantaggio delle persone che necessitano realmente di protezione; sottolinea la necessità di incoraggiare le politiche di rimpatrio volontario garantendo nel contempo la protezione dei diritti di tutti i migranti e l'accesso sicuro e legale al sistema di asilo dell'UE;

10.  ritiene che dovrebbe essere condotta un'analisi di come sono spesi in questo contesto i fondi destinati agli affari interni, compresi i fondi di emergenza, in particolare per le azioni concernenti la migrazione e l'asilo, il controllo delle frontiere, la lotta contro il traffico di migranti e la tratta di esseri umani e il rimpatrio, nonché i fondi relativi alla politica estera e di sviluppo dell'UE;

11.  esprime preoccupazione circa le modalità con cui assicurare l'efficace attuazione del sistema europeo comune di asilo – incluso, ove necessario e se richiesto, l'avvio del meccanismo di allerta rapido, di preparazione e di gestione delle crisi (articolo 33 del regolamento (UE) n. 604/2013) o mediante procedure di infrazione in caso di scorretta applicazione della legislazione dell'UE – e le modalità con cui garantire norme comuni efficaci in materia di accoglienza, procedure e qualifiche in tutta l'UE, proteggendo i soggetti più vulnerabili e incoraggiando l'inclusione sociale dei rifugiati;

12.  incarica la sua commissione competente di valutare le varie politiche interessate utilizzando risorse aggiuntive, quali risorse per condurre audizioni e inviare delegazioni ad hoc, nonché di elaborare una serie di raccomandazioni e di presentare una relazione di iniziativa strategica in Aula entro la fine del 2015;

13.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

(1)    Testi approvati, P7_TA(2013)0414.
(2)    Testi approvati, P7_TA(2013)0448.
(3)    COM(2014)0288.
(4)    COM(2013)0869.
(5)    SWD(2014)0173, parti 1 e 2.
(6)    EUCO 79/14.
(7)    REX/414.
(8)    «Fatal Journeys: Tracking Lives Lost during Migration», IOM, 2014.
(9)    http://www.marina.difesa.it/EN/operations/Pagine/MareNostrum.aspx

 

Mercoledì, 17 Dicembre 2014